Lulworth
Niente di tale grandezza era mai stato tentato prima. Maestri d'ascia, posatori di coperta, calafati e carpentieri di grande esperienza, provenienti da almeno 16 differenti nazioni, giunsero a Viareggio per prendere parte al restauro di uno dei più famosi yacht a vela di tutti i tempi. Anche molti artigiani locali furono coinvolti nel progetto, che per i quattro anni seguenti sarebbe stato sulla bocca di tutti.
I primi mesi sono stati spesi a setacciare le fonti per cercare informazioni: dai progetti originali, alle linee d'acqua, alle vecchie foto.
Finita la meticolosa fase iniziale di preparazione al restauro, gli arredi interni sono stati ricostruiti su un piano sopraelevato del cantiere.
Questo "puzzle" di centinaia di pezzi differenti che va dai pannelli ai ripostigli, dai cardini alle maniglie ha permesso di individuare chiaramente ciò che mancava, ciò che doveva essere sostituito o riparato e ciò che era intatto.
Un restauro conservativo completo, realizzato usando i metodi tradizionali. Questa metodologia si è tradotta nel conservare ogni possibile pezzo di metallo, legno ed il poco arredamento superstite.
Tutti gli interni mancanti, il mobilio e gli accessori sono stati progettati dallo Studio Faggioni che ha prodotto i nuovi Piani Generali che avevano come elementi comuni i pochi pezzi originali superstiti che erano il salone completo di mobili e accessori, le paratie del corridoio, la scala, tutti i meccanismi di apertura dei lucernai e le maniglie dei cassetti in argento massiccio, oltre ad una magnifica ribaltina riutilizzata in una delle cabine ospiti.
Su tre possibili soluzioni di piani generali proposte, si era optato per una soluzione che prevedeva tre cabine ospiti di cui una singola, ed una cabina armatoriale a due letti (come in origine) ma con il bagno privato in posizione diversa rispetto ai piani del 1920; infatti, al posto del vecchio bagno posto all'estremità poppiera della cabina, è stato ricavato un comodo spazio lettura con doppia libreria e divanetto in pelle capitonnée. Il secondo bagno con accesso dal corridoio serve tutte le cabine ospiti che, nel pieno rispetto della filosofia di progetto, hanno in dotazione un lavabo, due inclusi nella tradizionale ribaltina, ed il terzo (recuperato da uno dei bagni di bordo) perfettamente inserito all'interno di un mobile.
Nelle cabine, così come nei bagni, tutto il mobilio è stato completamente ri-progettato per il nuovo armatore e dei suoi ospiti che trovano oggi ospitalità in un ambiente adattato ad un uso degno del XXI Secolo. Il tutto mantiene comunque uno stile perfettamente in sintonia con il mobilio superstite che ritroviamo nel salone della barca, tanto che molti considerano gli interni di Lulworth completamente originali del 1920.
La cucina, confinante con il salone è stata trattata con la stessa pregiata essenza del resto degli ambienti, mogano dell'Honduras.
La cabina del Comandante è rivestita con paratie a boiserie pittate di bianco, i due bagni prodieri con perlinato dello stesso colore, mentre il locale equipaggio (10 persone), che occupa l'intera parte di prora, è completamente aperto e come rivestimento si fregia niente meno che dell'intradosso del fasciame di mogano della barca che fa contrasto con la magnifica struttura metallica pittata di bianco che continua a vista anche nel sottocoperta, come nel resto della barca.
Al'interno della tuga completamente restaurata è stata inserita una panca ed un mobiletto che nasconde tutti i moderni strumenti di navigazione opportunamente nascosti dal top dello stesso mobile che si apre all'occorrenza.
Per completare l'aspetto impeccabile degli interni abbiamo progettato tutti gli accessori di completamento tipo plafoniere, applique, lumi da quadro, luci di lettura, specchi bagni, maniglie e cerniere frigo, specchi, finanche i capochiave e portachiavi. Tutti accessori che parlano un unico linguaggio ispirato da un candelabro basculante originale superstite nel salone. Anche molte luci per interni equipaggio ed esterne, alcuni interruttori ed altri piccoli accessori sono state accuratamente scelte presso antiquari specializzati.
Accessori interni, puro design...d'epoca.
A differenza della nautica ex-novo gli oggetti devono prendere ispirazione da un particolare che nessuno vedrà, ma che c'è ed esiste: è il DNA della barca. Una volta dedotto questo oggetto si è colto lo spirito. Nel mio caso il filo conduttore è stato una sorta di fiore che ho estrapolato come ispirazione per la base delle appliques e che, successivamente, ho impiegato quale matrice per l'ideazione di altri dettagli. Tutto ciò ti d? carta bianca sul tipo di concept e di oggetto che vai a realizzare,ma sempre con la memoria di quello che è, non la barca come oggetto, ma la barca come DNA, ovvero, il mio famoso pezzettino che può essere in questo caso la sezione del braccetto o la base floreale dell'applique.
Devo dire la verità: mi sono sentito molto libero, e una volta individuato un leit motif per quella precisa barca, mi sono sentito, forse, ancora più libero di riproporre anche altri oggetti quali il capochiave, piuttosto che la maniglia del frigorifero. Lavorando in questo modo avverti che c'è qualcosa nel frigorifero che appartiene alla barca, anche se prima non esisteva.
Quando vedi e impugni questa semplice maniglia, pensi spontaneamente "non è un oggetto nuovo di design è un oggetto che appartiene alla barca" in quanto parte del tutto. Lo spirito con cui ho lavorato va inteso in questo senso, ovvero che il lavoro nuovo di design fatto su questa barca è originale. Originale, direi, del 1920 perché ho tirato via una "costola dalla barca stessa per creare il nuovo".
E' sicuramente questa la differenza fra il design ex-novo e quello che è il piccolo margine del design, in realtà abbastanza ampio, nel restauro; è un po' come essere designer nel 1920!
Questo è l'aspetto che più mi diverte. Pensare al pezzo, disegnarlo a mano in proiezione e nello spazio, con le ombre, gustarselo. E poi andare dal modellista, prendersi il modello per passare la cartavetrata, limarlo modificarlo, anche solo di pochi millimetri.
Parte del fasciame superstite in vero mogano dell'Honduras è stato usato per piccoli pezzi di arredo come frontali di cassetti e per alcuni mezzi scafi raffiguranti lo stesso Lulworth che l'armatore ha voluto donare ad alcuni amici.
La maggior parte delle attrezzature presenti sul ponte di Lulworth è originale, come, ad esempio, la tuga (inclusi gli oblò, le maniglie e la ferramenta), i lucernai, la cassa cosiddetta "meat lockers", per la conservazione dei cibi freschi, i funghi di aerazione, le cavigliere, gallocce, scalmotti, l'attacco di varea del bompresso, la guida catena, le gruette, i rinvii a gancio, le bitte, l'ancora ammiragliato completa di gruetta, il trasto, parte della potenza del boma, il timone ed i suoi ingranaggi, gli argani, la bussola con la chiesuola ed il telegrafo di macchina.
Alcuni accessori come la panca a pruavia della tuga, le "dorade", i passacavi, i tappi per i pulsanti dei winch elettrici e la potenza del boma sono stati concepiti e progettati interamente da Studio Faggioni.
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