Astra
Astra
é un grande veliero da corsa del 1928 costruito dai cantieri Camper
& Nicholson a struttura mista, ovvero composta da un involucro
esterno (fasciame, coperta, chiglia, e dritti) in legno e da ossature,
bagli, soprachiglia, serrette e madieri in acciaio. In acciaio sono
anche i trincarino, le cinte correnti e le fasce diagonali che legano lo
scafo ed il ponte.
Astra, data la veneranda
età e, soprattutto, lo stato di abbandono in cui si era trovata per
anni, aveva subito la corrosione di gran parte delle sue strutture,
specialmente nelle parti inferiori dove ristagnava perenne l'acqua
salata della sentina.
Grazie alla
sensibilità dell'armatore, nel 1983 mi commissionarono il progetto del
restauro completo che spaziava dagli interventi alle strutture al piano
di allestimento interno, di coperta al nuovo piano di velatura che
doveva avvicinarsi il più possibile all'originale.
Cominciai
ad eseguire un'analisi capillare dei lavori da affrontare e a produrre i
primi disegni per ottenere l'approvazione del R.I.Na.
Il
fasciame di mogano originale fu quasi interamente rimosso (e sostituito
al 40%) per scoprire le sottostanti parti metalliche, sbarcati gli
arredi non più originali, il ponte di coperta ed un motore montato in
modo obsoleto che occupava lo spazio di un'intera cabina.
Messa
a nudo la struttura, si sostitu? il 50% dei madieri con altri uguali di
acciaio zincato oltre ad una gran quantit? di ossature completamente
corrose nella zona di poppa ed in prossimità dei bagni.
Le
fasce diagonali che collegavano la cinta con il corrente longitudinale
di ginocchio si ricostruirono conformi alle originali che risultarono,
in alcuni punti, inconsistenti nello spessore. Lo stesso dicasi per i
trincarini dove l'acqua tendeva più facilmente a ristagnare tra il legno
e l'acciaio.
Tutta la pernagione fu rifatta nuova con bulloni
in bronzo-alluminio, lo scafo venne trattato sia all'interno sia
all'esterno con pitture antiputrescenti e antiruggine e finalmente
protetto con smalti.
Il ponte di coperta si
ricostruì interamente con compensato marino a contatto con i bagli e si
fasciò con tavole di teak di notevole spessore. La tuga e gli osteriggi
sono originali, in parte restaurati ed in parte ricostruiti in copia
agli originali. Unica eccezione é la tuga della saletta nautica,
costruita al posto del pozzetto originale.
Anche
la falchetta fu riportata alle dimensioni originali poichè nel 1948 fu
alzata di circa 20 cm, dando alla barca un aspetto anzich? da corsa, da
motor/sailer da crociera.
Dai dati dei pesi
originali mi accorsi che da Astra mancava una cospicua parte di piombo,
quantificabile in 8 tonnellate circa. Da una ricerca risult? che tale
parte fu asportata dallo stesso Camper & Nicholson nel 1948 assieme
ad una notevole diminuzione della velatura originale quando,
l'eliminazione del bompresso e l'accorciamento di albero e boma
richiesero un alleggerimento di zavorra, così che al posto del piombo ci
ritrovammo un pezzo di legno come riempimento.
Tale scoperta
influì sulla stesura del nuovo piano di velatura che dovette rinunciare
al totale ripristino del piano originale. Ciò nonostante, eseguendo i
calcoli dei carichi e di stabilità e concentrando i maggiori pesi
dell'allestimento (motori e casse liquidi) nelle parti più basse,
riuscii a dare una velatura molto vicina all'ultimo piano del 1933.
Per
quanto riguarda gli interni, preferii rispettare l'originale posizione
delle paratie trasversali e longitudinali, apportando delle variazioni
più evidenti nella zona di prua.
Lo stile dell'arredo non é
certamente quello originale e, poichè nulla era sopravvissuto
dell'originale, mi sembrò più saggio cercare uno stile diverso, comunque
coevo all'epoca del varo, piuttosto che rielaborare un falso. Tuttavia,
questi interni sembrano sposarsi perfettamente con quel poco che rimane
di originale come le scale, la tuga e gli osteriggi.
Il
restauro, nel suo complesso mira ad ammodernare, pur nei rigorosi
limiti dell'estetica, una barca che se avesse conservato le sue
vincolanti caratteristiche da regata, non avrebbe probabilmente mai
potuto essere utilizzata per le crociere.
Nel
1989, Astra arriva a Newport attraversando l'Atlantico con i propri
mezzi, confrontandosi con Velsheda ed Endeavour in competizioni
rappresentative e aggiudicandosi il trofeo per il miglior restauro di J
Class.
Ugo Faggioni
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